Restauro campanile Restauro Campanile (anno 2015)

Il campanile dalla data della sua costruzione non è mai stato oggetto di interventi a differenza della restante parte della Chiesa, né fino ad oggi sono state realizzate indagini sul comportamento statico delle strutture del campanile. La Chiesa è costituita da un’unica navata centrale, il cui ingresso principale si affaccia su via Chiesa Madre, mentre la zona retrostante della Chiesa, in adiacenza all’abside, è prospiciente a Piazza Leone XIII. L’abside fa da sfondo alla navata e presenta un’alzata su cui è alloggiata la ‘mensa’. Il campanile è collocato sulla facciata sud-est della Chiesa e si imposta sulle medesime murature. L’accesso al campanile è consentito attraverso una scala interna situata sul fianco destro dell’abside. In più parti il campanile manifesta segni di degrado e segni di sofferenza nei giunti dei conci murari, non più idonei ad un comportamento statico omogeneo con l’intera struttura, così come evidenziato nella “dalle analisi della vulnerabilità sismica”.
Al fine di garantire la resistenza alle sollecitazioni dinamiche da azioni sismiche del campanile, si è reso necessario un intervento di consolidamento delle parti danneggiate e degradate, seguite da un restauro estetico delle superfici architettoniche dello stesso manufatto. Per l’intervento di consolidamento è strato installato  un ponteggio adeguatamente progettato per permettere la realizzazione degli interventi previsti in quota, in totale sicurezza per gli operatori e soprattutto in presenza di persone e visitatori dell’immobile religioso e nelle sue vicinanze (piazza, strade adiacenti).
L’intervento eseguito può sintetizzarsi nelle seguenti fasi:
1. PULITURA
2. CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO
3. RESTAURO ESTETICO PER LA RESTITUZIONE DELL’INTEGRITÀ DELL’OPERA E DELLA SUA LEGGIBILITÀ
PULITURA Tutte le facciate del campanile, esposte direttamente agli effetti degradanti degli agenti atmosferici, sono state interessate da un intervento di pulizia manuale per la rimozione della patina biologica e dei depositi incoerenti solidarizzati alla superficie del materiale, il successivo trattamento ed il risanamento del supporto murario tufaceo. Sugli elementi lapidei (marca-piano, marca-davanzale, cornicione, stipiti, davanzale ed architrave) si è proceduto con spazzolini di piccolo taglio e mediante spray di acqua a bassa pressione per rimuovere depositi superficiali sottili solubili in acqua, non troppo coesi. Localmente si sono rese necessarie in  la rimozione di macroflora (muschi, licheni e vegetazione) e di escrementi di piccione.
CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE PER IL MGLIORAMENTO SISMICO
L’intervento in oggetto ha riguardato il consolidamento generale delle pareti murarie del campanile, della risarcitura dei giunti stilatura e sigillatura dei giunti delle pareti murarie del campanile per mezzo di malte tixotropiche, che permettono di conferire alla muratura un miglioramento della resistenza alle sollecitazioni di taglio. Tale intervento di consolidamento rientra nelle opere previste nello studio di vulnerabilità sismica della Chiesa San Nicola di Bari in Adelfia, come si evince dall' analisi della vulnerabilità sismica. Di fatto il consolidamento ha prodotto un miglioramento della condizione di sicurezza dei singoli elementi interessati dall’intervento, poiché la ricomposizione della continuità materica ed il ripristino delle caratteristiche meccaniche del manufatto migliorerà in generale la rigidezza di piano della struttura, tale da non modificare la ridistribuzione delle forze orizzontali, senza alcun aumento dei carichi verticali statici.
RESTAURO ESTETICO PER LA RESTITUZIONE DELL’INTEGRITÀ DELL’OPERA E DELLA SUA LEGGIBILITÀ.
L’ultima fase di intervento è quella relativa alla fase estetica dell’immobile che ha previsto la riduzione dell’interferenza visiva dovuta alle perdite di colore, al fine di restituire una generale unità di lettura cromatica del campanile e delle sue parti. Per la ricomposizione cromatica dell’opera è stato eseguito un interventoto di reintegrazione mediante una velatura con soluzione costituita da grassello di calce eventualmente colorato con la giusta parte di pigmenti naturali e terre coloranti, compresa l’esecuzione di idonee campionature, da applicare a spugna o a pennello, in una o più mani, compreso l’onere della variazione cromatica. A seguito della velatura è stata eseguita un trattamento con idro repellente protettivo corticale di tutte le superfici lapidee tufacee o di carparo, per mezzo di applicazione a spruzzo di miscela a base di organo poli silossani oligomerici, effettuata per applicazioni successive sulle superfici perfettamente asciutte e in condizioni climatiche idonee, sino a rifiuto del prodotto.

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