Impianto illuminotecnico Restauro Volta (anno 2016)

Il problema dell’illuminazione dei luoghi di culto è stato affrontato, in modo approfondito e in diverse sedi, come elemento non secondario del processo di valorizzazione dei beni monumentali in Italia. In particolare, noi facciamo riferimento al n° 30 della Nota Pastorale . La progettazione di nuove chiese, alla Nota Pastorale L'adeguamento delle chiese secondo la forma liturgica e all’intervento del Prof. Mons. Giancarlo Santi ìIl programma liturgico pastorale e le sue esigenze. Le esigenze generali che, in tema di illuminazione artificiale, sono preliminari e condizionano le scelte progettuali ed operative derivano dalla considerazione che il rapporto spazio/luce deve garantire sinteticamente lo svolgersi: delle celebrazioni liturgiche del raccoglimento individuale o di piccoli gruppi di pellegrini la visita dei turisti. L'indicazione generale dei Vescovi italiani è quella che sottolinea come: ìla luce artificiale debba rispecchiare il più possibile le funzioni della luce naturale. La preoccupazione maggiore da parte dei Vescovi è che l’intrusione di elementi di novità in un contesto che all’origine non li prevedeva, non risulti violento, estraneo e sovrapposto. Artificiale appunto. I suggerimenti metodologici riguardano: la necessità di una seria progettazione affidata a specialisti del settore;
il massimo rispetto della luce naturale, del progetto originario (la identità del luogo) e del contesto ambientale, evitando l’eccessiva luminosità‡; il ricorso ad opportune simulazioni e verifiche sperimentali controllate per evitare empirismo, dilettantismo e comunque errori, sia estetici che funzionali. I suggerimenti operativi, per quanto attiene alle celebrazioni liturgiche, invece, riguardano: l'uniformità dell'illuminazione (salvo alcune piccole accentuazioni) sugli spazi interessati dalle celebrazioni: saranno da evitare con cura i salti e i contrasti di luce; la necessità di concepire la luce, nelle sue diverse manifestazioni, come elemento di sintesi e di unificazione dell’assemblea e di fusione dell’assemblea con il luogo della celebrazione. Per quanto riguarda invece la preghiera individuale o di piccolo gruppo occorre ricordare che il luogo di culto deve essere luogo di silenzio, calma meditativo del raccoglimento e della preghiera e di calma interiore. Quindi si rende necessario: creare una luce soffusa; mantenere riconoscibili e vivi gli elementi centrali della celebrazione come l’altare o il Sancta Sanctorum ; sottolineare con discrezione le componenti devozionali. Per quanto riguarda, infine, le esigenze connesse alla visita turistica e/o culturale, l’orientamento dei vescovi italiani non è nè di chiusura, nè di apertura indiscriminata, ma di accoglienza generosa ed intelligente. In base a queste considerazioni si suggerisce: di favorire la funzione dei visitatori, creando le condizioni di luminosità necessarie; favorire nel visitatore la visibilità della fisionomia liturgica del luogo nel quale entra ponendo l’accento sui suoi elementi centrali; evitare nel contempo una lettura impropria e museale della Chiesa: le componenti artistiche ed architettoniche vanno illuminate e proposte non come oggetto di studio e di analisi.
OGGETTO DEGLI INTERVENTI
Oggetto della relazione è il sistema d'illuminazione della La Chiesa di San Nicola ad Adelfia (BA). In particolare gli interventi comprendono le seguenti categorie di lavoro:
· Fornitura e posa in opera di sistema di illuminazione Funzionale della navata;
· Fornitura e posa in opera di sistema di illuminazione d'Accento del navata;
· Adeguamento dell’impianto elettrico al nuovo sistema di illuminazione.
TECNICA DELL'ILLUMINAZIONE
ILLUMINAZIONE NAVATA
Il sistema di illuminazione da noi proposto si pone tre obbiettivi. Il primo è quello di ottenere un’illuminazione di altissima qualità, con valori di illuminamento ottimali e una resa cromatica in grado di valorizzare tutti i volumi della navata;
Il secondo e l’accentuazione senza eccessi dei particolari di pregio storico liturgico. Per ultimo ma non per questo meno importante è quello di limitare il più  possibile l’impatto visivo dei corpi illuminanti da installare. Riteniamo di poter raggiungere gli obiettivi mediante l’utilizzo di piccoli proiettori a Led di dimensioni estremamente ridotte. Le principali caratteristiche di questi proiettori sono:
· temperatura colore di 3000 K, molto simile a quella delle comuni lampade alogene;
· efficienza pari a 110 lm/W;
· serie di ottiche studiate per ottimizzare e governare il fascio luminoso.
I proiettori saranno posizionati alla base del cornicione dove già è presente la distribuzione elettrica. I proiettori verranno installati per quanto è possibile in modo da non risultare visibili alla vista del visitatore. La posizione esatta dei proiettori sarà‡ determinata a seguito di prove illuminotecniche alla presenza della DL e della committenza. Il problema dell’illuminazione dei luoghi di culto è stato affrontato, in modo approfondito e in diverse sedi, come elemento non secondario del processo di valorizzazione dei beni monumentali in Italia. In particolare, noi facciamo riferimento al n° 30 della Nota Pastorale “La progettazione di nuove chiese, alla Nota Pastorale “L'adeguamento delle chiese secondo la forma liturgica e all’intervento del Prof. Mons. Giancarlo Santi il programma liturgico pastorale e le sue esigenze. Le esigenze generali che, in tema di illuminazione artificiale, sono preliminari e condizionano le scelte progettuali ed operative derivano dalla considerazione che il rapporto spazio/luce deve garantire sinteticamente lo svolgersi: delle celebrazioni liturgiche del raccoglimento individuale o di piccoli gruppi di pellegrini la visita dei turisti. L'indicazione generale dei Vescovi italiani è quella che sottolinea come: ìla luce artificiale debba rispecchiare il più possibile le funzioni della luce naturale. La preoccupazione maggiore da parte dei Vescovi è che l’intrusione di elementi di novità in un contesto che all’origine non li prevedeva, non risulti violento, estraneo e sovrapposto. Artificiale appunto. I suggerimenti metodologici riguardano: la necessità di una seria progettazione affidata a specialisti del settore;
il massimo rispetto della luce naturale, del progetto originario (la identità del luogo) e del contesto ambientale, evitando l’eccessiva luminosità‡; il ricorso ad opportune simulazioni e verifiche sperimentali controllate per evitare empirismo, dilettantismo e comunque errori, sia estetici che funzionali. I suggerimenti operativi, per quanto attiene alle celebrazioni liturgiche, invece, riguardano: l'uniformità dell'illuminazione (salvo alcune piccole accentuazioni) sugli spazi interessati dalle celebrazioni: saranno da evitare con cura i salti e i contrasti di luce; la necessità di concepire la luce, nelle sue diverse manifestazioni, come elemento di sintesi e di unificazione dell’assemblea e di fusione dell’assemblea con il luogo della celebrazione. Per quanto riguarda invece la preghiera individuale o di piccolo gruppo occorre ricordare che il luogo di culto deve essere luogo di silenzio, calma meditativo del raccoglimento e della preghiera e di calma interiore. Quindi si rende necessario: creare una luce soffusa; mantenere riconoscibili e vivi gli elementi centrali della celebrazione come l’altare o il Sancta Sanctorum ; sottolineare con discrezione le componenti devozionali. Per quanto riguarda, infine, le esigenze connesse alla visita turistica e/o culturale, l’orientamento dei vescovi italiani non è né di chiusura, nè di apertura indiscriminata, ma di accoglienza generosa ed intelligente. In base a queste considerazioni si suggerisce: di favorire la funzione dei visitatori, creando le condizioni di luminosità necessarie; favorire nel visitatore la visibilità della fisionomia liturgica del luogo nel quale entra ponendo l’accento sui suoi elementi centrali; evitare nel contempo una lettura impropria e museale della Chiesa: le componenti artistiche ed architettoniche vanno illuminate e proposte non come oggetto di studio e di analisi.

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