La Cappella chiamata <<dell'Oratorio>>, costruita dopo il 1750, con tre altari. Sull'altare maggiore vi si ammira una grande tela dell'ultima cena, di autore ignoto; detta Chiesa è sede dell'Arciconfraternita del Santissimo.
Trasformazioni
Nel 1985 è stata restaurata con la collaborazione delle Consorelle della Madonna del Carmine. Sono state eseguite le seguenti opere:
Impermealizzazione della volta, elettrificazione delel campane, pitturazione e doratura delle pareticon nuove cornici, nuova pavimentazione in ceramica, nuovo portone in rovere ed eliminati la balaustar in ferro e i gradini degli altari laterali.
Inoltre si è provveduto all'allacciamentodi acqua e fogna e quindi realizzato un puicolo bagno.
Nel 2003 inoltre è stata ripulita tutta la facciata, riportando il tufo e la pietra all'origine e ricoperta di vernice protettiva.
Le Confraternite
Le confraternite in genere sono state grande espressione della religiosità del nostro popolo. In Montrone tre sono le Confraternite che hanno vita secolare.
L'Arciconfraternita del Santissimo,
La Confraternita S. Maria del Principio,
La Confraternita di Maria S. dalla Pietà.
L'Arciconfraternita del Santissimo
E' la più antica ed importante ed ha sede nella cappella detta dell'Oratorio. Lo statuto di fondazione fu approvato dal re delle Due Sicilie, Ferdinando IV, il 27 luglio 1795; lo statuto originale è conservatonell'archivio della curia arcivescovile di Bari; un estratto delle regole è esposto nella sagrestia.
La cappella fu eretta da Domenico Chiechi, ma non si sa quando. La confraternita all'inizio e prima ancora che fosse approvata, ebbe sede nella Chiesa Madre, come risulta dai registri degli anni 1716-1720. In archivio si conservano varie carte tra cui un registro di cassa dal 1715 al 1733 e dal 1869 al 1893, varie iscrizioni ipotecarie, il protocollo di corrispondenza dal 1858 al 1872 ed un registro delle conclusioni, ossia dei verbali delle adunanze, dal 1863 al 1895.
Nel 1876 fu costruita la sagrestia, ricostruito l'altare maggiore; nel 1881 fu costruito il coro e nel 1883 furono eseguiti i lavori di stucco alle pareti e alla volta; nel 1886 fu applicato il lampadario, che costò L.136, e nel 1889 fu acquistato il suolo del nuovo cimitero comunaleper costruirvi il gentilizio su progetto dell'Ing. Francesco Scattaglia.
Dai vari registri si ricavano altre notizie.
Nel registro di cassa è descritto lo stato patrimoniale nel 1715con indicazioni di immobilie censì su beni anche <<fuori porta>> del paese; possedeva masserie con animali: vacche,pecore ed agnelli; introitava somme dalla vendita di olio, formaggio, ricotta, vino grano; nel 1716 possedeva 250 capi tra pecore e capre; nel 1731 in società con la Confraternita del Principio, possedeva 12 vacchedelle quli sono trascritti anche i nomi: Caggian, Bianchina, Altabella, Marangella, Calamita, Gambalunga, Lucrezia, Gambardella, ecc..; di queste alcune furono comprate o vendute nella famosa fiera di Acquaviva.
Sui beni si pagava <<il terratico>> all'Abazia di San Benedetto di Bari e censì alla baronal Corte feudale di Montrone.
Nel 1731 la confraternita contava 15 membri: Vito Nicola Macina, Pietro Ferro, Giuseppe Rocco Laricchia, Carlo Bellomo, Domenico Moretta, Donato Berardino, Carmine D'Alò, Francesco Grillo, Alessio Di Giglio, Vitorazio Vitolla, Paolo Barletta, Leonardo Rinaldo, Cola Maria Di Tommaso, Donato Angelo Di Giglio, Nicola Macchia di Vitangelo.
La confraternita ebbe vita difficile e drammatica nel tempo dell'Arciprete don Beniamino Landriscina, cioè dal 1858 al 1888, per motivi di culto e motivi personali.
La confraternita ad un certo momento rifiutò di pagare per la cera all'Arciprete, il quale d'altra parte rimproverava alla confraternita ed in particolare al padre spirituale di celebrare abusivamente alcune funzioni nella cappella. I confratelli attribuivano l'astio dell'Arciprete al fatto che nell'agosto del 1858 al posto di don Camilla Landriscina, fratello dell'Arciprete, era stato nominato padre spirituale don Lorenzo Angiuli, che con il suo zelo e la sua carità si era attirata la simpatianon solo dei confratelli ma anche di tuutto il popolo montronese. La situazione è ben descritta dal segretario deltempo, Trifone Milanese, che ci ha lasciato pagine scritte con ordine e nitidezza ammirabbili.
La confraternita gioisce dopo la morte dell'Arciprete Landriscina e vede esaudito il suo voto perchè l'Arcivescovo di Bari nomina nuovo arciprete proprio don Lorenzo Angiuli.
Le confraternite in genere, oltre al culto, avevano lo scopo di aiutare i poveri. L'art. X dello statuto della confraternita di S. Maria della Pietà contemplava la presenza tra i suoi soci di alcuni <<infermieri, i quali dovranno essere attenti ed informarsi se qualche Fratello rattrovasi infermo... visitarlo più volte, ed avvisarlo in Congregazione a tutti i fratelli di maniera che se detto Fratello infermo non fosse in istato di aiutarsi per mancanza di rendita, debbano li Fratelli aiutarlo e soccorrerlo nelle rendite comunidella Congregazione, facendolo assistere da Medici, somministrargli medicamentied altroche occorrerà...>>.
Nei registri di cassa dell'Arciconfraternita del Santissimo non è raro trovare offerte ai poveri e a sacerdoti di passaggio; negli anni 1720-1728 si notano <<spese spese e offerte per il passaggio di officiali tedeschi>> ed <<ai ministri dell'ospedale tedesco>>. Si tratta delle truppe Imperialiche conquistarono il Napoletano durante la guerra di seccessione spagnola.
La confraternita conserva registri antichi dai quali si è potuto ricavare i nomi dei priori, anche se con interruzioni. Le votazioni per la nomina degli amministartori si tenevano in occasione del Corpus Domini e quindi i priorati non coincidevano con l'annosolare.
Vito Colucci è priore nel 1709;
Alessio Di Giglio è priore nel 1715;
seguono:
Antonio Ferrante, Pietro Ferro, Paolo Barletta, Vito Colucci dal 1720 al 1725;
Vitantonio Laricchia, Domenico Moreta, Donato Berardino o Bellardino nel 1733;
Antonio Cafaro dal 1824 al 1830;
Pasquale Angiuli nel 1831;
Domenico Modugno fu Francesesco nel 1858 e 1875;
Giuseppe Landriscina di Vito nel 1861 e 1865;
Francesco Di Palma nel 1863 e 1871;
Vitantonio Angiuli nel 1866 e 1880;
Nicoa Macchia nel 1876 nel 1879 e 1880;
Francesco Pagone nel 1877 e dal 1882 al 1887 e di nuovo 1899 e nel 1890 e 1891, che risulta così il priore più volte eletto insieme ad
Angelo Pirolo nel 1888 nel 1892 e 1894.
Le ultime pagine del registro delle conclusioni sono così sbiadite da non potersi leggere. Manca il registro delle conclusioni dal 1895 al 1933.