Canto di esposizione. Saluto - atto penitenziale.
Guida: Siamo invitati a riflettere sulla solidarietà, con l’impegno e nel desiderio di prestare un migliore servizio alle persone anche malate. Solidarietà è accoglienza, incontro, reciprocità, camminare insieme, uscire da se stessi, portarsi al di fuori, servire. Nella nostra preghiera di questa sera ricorderemo tutti i malati, ma soprattutto chiederemo di vivere la virtù della solidarietà.
Cel: Il Dio dell’amore, solidale con l’umanità, sia con tutti voi.
Tutti: E con il tuo spirito.
Cel.: Esaminiamo la nostra coscienza: sappiamo stare con gli ammalati? Sappiamo essere ammalati?
Chiediamo perdono “a Dio e ai nostri fratelli”, come diciamo nel “Confesso”
Dio onnipotente… (seduti)
Dio è amore
Guida: L’essere profondo di Dio è l’amore. Dio è definito nella sua pienezza da questa parola:
amore. Ascoltiamo San Giovanni apostolo nella sua prima lettera (4, 8-16):
Cel.: Dio è amore ed ha manifestato così il suo amore per noi: ha mandato nel mondo suo Figlio, l’Unico, per darci la vita. L’amore vero è questo: non l’amore che abbiamo avuto verso Dio, ma l’amore che Dio ha avuto per noi; il quale ha mandato Gesù suo Figlio, per farci avere il perdono dei nostri peccati. Miei cari, se Dio ci ha così amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Dio nessuno l’ha mai visto. Però se ci amiamo gli uni gli altri, egli è presente in noi, e il suo amore è veramente perfetto in noi.
Dio ci ha dato il suo Spirito: è questa la prova che Dio è presente in noi e noi siamo uniti a Lui. Dio ha mandato Gesù, suo Figlio per salvare il mondo. Noi l’abbiamo visto e ne siamo testimoni. Se uno riconosce pubblicamente che Gesù è Figlio di Dio, è unito a Dio e Dio è presente in lui. Noi sappiamo e crediamo che Dio ci ama. Dio è amore , e chi vive nell’amore è unito a Dio, e Dio è presente in lui.
Lett.: La solidarietà è una virtù tipica dello stile di Dio. Prima di essere una qualifica dell’operato di Gesù, la solidarietà è attributo trinitario. Dio è solidale nella sua intima natura, il solidale per eccellenza, la solidarietà nella sua origine e nella sua fonte sorgiva, nella sua trascendente anagrafe. Con la sua esistenza, con i suoi atteggiamenti, con le sue parole, il Figlio ha semplicemente narrato agli uomini quanto ha appreso e vissuto fin dall’eternità nell’ambito trinitario. Questo è Dio. Trinità è sinonimo di amore, di reciprocità, di solidarietà in azione. L’uomo non la crea, semplicemente la riflette e la riproduce sotto l’influsso determinante della grazia di Dio. Fra gli uomini la solidarietà nasce per partecipazione, nasce sempre dall’alto, trova la sua sorgente in Dio.
Guida: L’amore viene da Dio: ci crediamo o riteniamo che esso dipende solo da noi? Riflettiamo.
Canto.
Gesù rivela l’amore del Padre e lo vive
Guida: Gesù è venuto a risanarci, a darci una salute-salvezza piena, non solo curando la sofferenza dall’esterno, ma condividendola con noi assumendola su di sé per amore, e così vincerla con la sua morte e risurrezione.
Cel.: Dal Vangelo secondo Marco (1, 29-34):
Subito dopo, uscirono dalla sinagoga e andarono a casa di Simone e di Andrea, insieme con Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto, colpita dalla febbre. Appena entrati, parlarono di lei a Gesù. Egli si avvicinò alla donna, la prese per mano e la fece alzare. La febbre sparì ed essa si mise a servirli.
Verso sera dopo il tramonto del sole, la gente portò a Gesù tutti quelli che erano malati e posseduti dal demonio. Tutti gli abitanti della città si erano radunati davanti alla porta della casa. Gesù guarì molti di loro che soffrivano di molte malattie e scacciò molti demòni. E poiché sapevano chi era Gesù, egli non li lasciava parlare.
Lett.: Dal messaggio del Papa: Nella morte e risurrezione del Redentore la sofferenza umana trova il suo significato più profondo e il suo valore salvifico. Tutto il peso di tribolazioni e dolori dell’umanità è condensato nel mistero di un Dio che, assumendo la nostra natura umana, si è annientato sino a farsi “peccato in nostro favore”(2 Cor 5,21). Sul Golgota Egli si è caricato delle colpe di ogni umana creatura e, nella solitudine dell’abbandono, ha gridato al Padre: “Perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46).
Dal paradosso della Croce scaturisce la risposta ai nostri più inquietanti interrogativi.
Cristo soffre per noi: Egli prende su di sé la sofferenza di tutti e la redime. Cristo soffre con noi, dandoci la possibilità di condividere con Lui i nostri patimenti. Unita a quella di Cristo, l’umana sofferenza diventa mezzo di salvezza. Ecco perché il credente può dire con San Paolo: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo quello che manca nella mia carne ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.”(Col 1,24).
Guida: Meditiamo: Cristo soffre per noi, Cristo soffre con noi.
Canto
Come discepoli di Cristo, vivere la solidarietà
Guida: Può aiutarci in questo l’immagine che San Paolo ci offre nel cap. 12della prima lettera ai cristiani di Corinto: la Chiesa è un unico corpo, di cui Cristo è il Capo e noi le membra, tutte solidali e unite tra loro, tanto che se un membro soffre , tutte le membra soffrono con lui. Riascoltiamo l’esempio del buon Samaritano.
Cel.: Dal Vangelo secondo Luca (10, 33-37): Un uomo della Samaria, che era in viaggio, gli passò accanto, lo vide e ne ebbe compassione . Gli andò vicino, versò olio e vino sulle sue ferite e gliele fasciò. Poi lo caricò sul suo asino, lo portò a una locanda e fece tutto il possibile per aiutarlo. Il giorno dopo tirò fuori due monete d’argento, le diede al padrone dell’albergo e gli disse: “Abbi cura di lui e se spenderai di più pagherò io quando ritorno”.
A questo punto Gesù domandò: - Secondo te, chi di questi tre si è comportato come prossimo per quell’uomo che aveva incontrato i briganti?Il maestro della Legge rispose:
– Quello che ha avuto compassione di lui. Gesù allora gli disse: - Va’ e comportati allo stesso modo.
Lett.: La parabola ha un piglio rivoluzionario: l’interprete della nuova fede è un ignoto mercante samaritano, che avverte in se stesso e fa propria la forza dell’amore che parte da Dio. La storia comincia da capo. La fermata segna l’inizio di un nuovo mondo. È in questa atmosfera che viene rivoluzionato anche il concetto di prossimo. Le due domande della parabola vanno in senso inverso:”Chi è il mio prossimo?”, domanda il dottore della legge; “Chi tra questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”, controdomanda Gesù. Il passaggio dall’oggettivo al soggettivo. La questione non riguarda gli altri, ma ciascuno di noi. Tutti sono il mio prossimo semplicemente perché io sono il prossimo di tutti. La situazione è capovolta: la novità del Vangelo esplode in tutta la sua pienezza. Ora tutte le distanze sono colmate perché l’amore non conosce confini.
Guida: La parabola del buon Samaritano è la parabola della solidarietà. Riflettiamo.
Signore, ed io cosa posso fare?
Guida: Sono tanti gli atteggiamenti da vivere; se ne indicano alcuni: tutti trovano la loro sintesi nella carità.
Cel.: Essere ospitali, offrire cioè uno spazio nel nostro cuore, dove l’altro possa ospitare;
- uscire, andare verso l’altro;
- essere presenti con rispetto, comprensione, fiducia, discrezione, gratuità, buonumore, gioia;
- mettersi al servizio del malato;
- donare sangue ed organi (se necessario);
- “fare un po’ di strada insieme”: infondere coraggio e speranza;
- pregare per loro e con loro (non solo questa sera);
- come segno di donazione di sé è dare la vita per gli altri (come i Santi).
Sono troppi i “tipi” di doni indicati? Cosa scegliamo?
Guida: Meditiamo. In piedi, chiniamoci per la benedizione.
Riti di comunione
Guida: Nel “Pane”, un Dio di carne e di sangue è presente in mezzo a voi: è un pane per la vita del mondo, anche se fatto da mani d’uomo; è un pane - forza nel cammino; è pane della solidarietà, da condividere con gioia tra di noi.
Cantiamo il Padre nostro. (Comunione)
Cel.: Preghiamo Gesù in noi, perché ci renda capaci di accoglienza reciproca, di solidarietà gratuita, di vicinanza amorevole verso ogni persona che soffre.
Tutti: Signore Gesù Cristo, - tu che mi hai amato - e hai dato te stesso per me - per l’intercessione di Maria - tua e nostra Madre, - donaci la salute del corpo e dello spirito - e rendici segno - della tua cura verso tutti; - capaci - uniti a te, - di fare - della nostra vita - un dono per gli altri. Amen
Cel.: Benediciamo il Signore.
Tutti: Rendiamo grazie a Dio.